Rivoluzione industriale, si ricomincia

Stravolto dalle nuove tecnologie, aperto a nuove sfide, il mercato del lavoro si alleggerisce e si trasforma

I libri di scuola e i nostri nonni ci hanno raccontato con meraviglia gli impatti sulla quotidianità della prima rivoluzione industriale: la seconda metà del 19esimo secolo ha portato con sé elettricità e motore a scoppio, nonchè l’introduzione della catena di montaggio. Queste innovazioni epocali hanno semplificato la vita dei nostri avi; radio, frigorifero, televisione, automobili e tante piccole e grandi invenzioni sono state assimilate e date per scontato dalla nostra generazione, che mai si è interrogata su come si potesse vivere prima di questi successi commerciali e tecnologici.
Secondo celebre rivista inglese “The Economist”, siamo anche oggi dinanzi ad una svolta rivoluzionaria: le nuove tecnologie stanno trasformando il mercato del lavoro; internet, computer, tablet e smartphone, che negli ultimi anni hanno reso immediata ed accessibile ogni informazione ed ogni persona, in qualunque parte del Mondo, un domani saranno considerate alla stregua di un televisione, piccolo elettrodomestico che forse sparirà del tutto. Se la catena di montaggio ha sostituito parte dell’attività del personale operaio, web, social network, sistemi informatici e di reporting impattano invece sul lavoro del personale impiegatizio, dedicato in particolare a funzioni relativamente semplici e di ordinaria amministrazione.
Ricordiamo inoltre che le idee legate alle ai servizi software sono per loro natura “immateriali” e a basso contenuto di manodopera; l’e-commerce ne è un esempio, e le sue logiche permeano il mondo dei servizi bancari (le code allo sportello sono sostituite da un click dalla scrivania), il settore produttivo (non vi è sito aziendale senza la sezione dedicata all’acquisto online), l’area delle start-up e del crowdfunding, ultimo ritrovato in termini di raccolta di risorse finanziarie da una molteplicità di piccoli investitoti. Il personale di numerosi negozi viene di fatto sostituito da pochi gestori di una piattaforma web, che raccolgono, smistano e recapitano al consumatore finale ordini e merci.
Nonostante gli innegabili vantaggi, paghiamo dunque i costi di questa trasformazione. Non restano alternative allo studio di un sistema premiante per le risorse umane impiegate nelle imprese, all’ampliamento del perimetro dei servizi offerti al consumatore, allo stimolo di nuovi settori e canali di business. Una parte importante spetta anche al lavoratore, che, migliorando la propria resa ed efficienza, può rendere sostenibile il proprio costo per l’azienda.
Non ultimo, un ruolo fondamentale è quello delle istituzioni, che ai rischi della rivoluzione tecnologica dovrebbero rispondere con l’alleggerimento di burocrazia e contributi, e con lo stimolo di nuove opportunità nel pubblico e nel privato.

Tratto da: Dentrocasa dicembre 2014