Il Carnevale non è uno scherzo!

Viaggio da Venazia e Viareggio, attraverso un business della tradizione che non conosce crisi.
 
La capitale, italiana e mondiale, è senza dubbio Venezia, che muove in occasione del Carnevale un giro d’affari di quasi 70 milioni di euro, circa la metà degli incassi annui di tutti i musei statali italiani. Il Carnevale aumenta le presenze nel capoluogo veneto del 40 percento: da 340mila a 860mila turisti per una spesa media giornaliera di 130,72 euro.
 
L’80% sono visitatori stranieri: i francesi in primo piano, quindi gli spagnoli, gli ungheresi, gli americani. Crescono negli ultimi tempi le presenze di cinesi, brasiliani, est-europei. La maggior parte dei turisti soggiorna a Venezia; un 45% ha fatto registrare una permanenza consistente, tra due e sette giorni.
 
Nel 19% del totale si tratta invece di “escursionisti impropri”, che hanno cioè visitato Venezia in giornata, partendo e tornando in una località di soggiorno e non alla propria residenza. Il treno, per il 50% del pubblico, è stata la modalità di accesso più utilizzata.
 
Nel 93% dei casi, gli acquisti hanno riguardato cibo e bevande, ma c’è anche un 47% di vetro artistico. Una fetta del business gira attorno alle tante feste e cene di gala in palazzi privati, che attirano in particolare danarosi francesi e russi: il noleggio di un costume ammonta a 470 euro, un ballo in maschera a 290 euro, con punte di 2.500 euro per il ballo del Doge.
 
E mentre i più fortunati vivranno un Carnevale da sogno nei palazzi veneziani, la folla di giornalieri che si accontentano di un panino e di una mascherina da pochi euro in volto sciamerà tra le calli. Dopo Venezia, Viareggio: nella cittadina toscana la manifestazione è nata nel 1873 ed è stata interrotta soltanto dalle due guerre mondiali. L’indotto sfiora i 26 milioni di euro, in crescita del 10% anno su anno.
 
Concentrato in pochi giorni, in realtà l’evento impegna per molti mesi: per realizzare un carro allegorico occorrono 6 mesi di lavoro, da novembre a febbraio, con 220 ore mensili trascorse nella cittadella del Carnevale, complesso architettonico creato per permettere la lavorazione dei carri in un ambiente adatto e sicuro.
 
Un carro di prima categoria costa circa 120 mila euro, un carro di seconda categoria costa circa 55 mila euro. Il valore economico di gruppi e maschere è intorno ai 100 mila euro. Un’industria, dunque, che non conosce crisi e muove complessivamente in Italia un fatturato di 200 milioni di euro. Senza dubbio non è uno scherzo, ma la testimonianza di come i nostri valori e le nostre tradizioni più belle possano sostenere il tessuto industriale ed economico del BelPaese.

Tratto da: Dentrocasa febbraio 2018