Fra le novità normative più rilevanti - la cui origine risale a giugno 2020 - che investono la Pubblica Amministrazione in questo Nuovo Anno vi è il PIAO, acronimo di Piano Integrato di Attività ed Organizzazione, che ciascun ente deve approvare entro il 31 gennaio 2023.
Da un lato l’esperienza pandemica ha costretto anche la PA a ripensare rapidamente il proprio ruolo, i propri modelli di lavoro e le tempistiche di risoluzione delle problematiche e di risposta all’utente, dall’altro le richieste delle Istituzioni Europee, che, con il PNRR, strumento di supporto finanziario straordinario, destinato ai Paesi membri, indirizzano la semplificazione normativa: è evidente la necessità di rendere più trasparente e leggibile, da parte di tutti gli interlocutori, l’azione amministrativa.
Il PIAO si struttura in 4 sezioni, integrate fra loro in un unico documento, da pubblicare sul sito web.
La prima è dedicata al Valore Pubblico e chiede di definire quali siano gli obiettivi strategici dell’ente, ispirati all’Agenda ONU 2030, indirizzati al benessere economico, sociale, educativo, assistenziale, ambientale, dei cittadini, delle imprese, del territorio.
Le prospettive di benessere devono essere migliorate contemporaneamente, e confrontate con dati di riferimento misurati a inizio periodo.
La seconda sezione è riferita alla Performance, ovvero alla progettazione degli obiettivi organizzativi (di squadra) ed individuali (associati alla responsabilità specifica), e dei corrispondenti indicatori di risultato e di impatto.
La terza sezione è relativa all’Anticorruzione, specifica dunque i processi interni e i comportamenti che debbono guidare, secondo principi di efficienza ed etica, chi opera negli enti pubblici, definendo opportuni “alert” per prevenire fenomeni corruttivi ed attivare azioni correttive e di recupero.
La quarta sezione è, forse, la più complessa, perché attiene all’organizzazione e gestione delle risorse umane, patrimonio essenziale per qualsiasi struttura, pubblica o privata. In particolare, questa sezione integra il Piano dei fabbisogni del personale (“le persone giuste al posto giusto”), il Piano della formazione, esteso a tutti i dipendenti, il Piano del lavoro agile, che contempla modalità di lavoro tradizionali e innovative o smart.
La programmazione di ogni ente pubblico, dai Ministeri, alle Regioni, ai Comuni, alle ASL, si esplicita dunque in questo complesso Piano, approvato dal vertice politico-amministrativo, alla cui stesura devono collaborare tutte le anime dell’Amministrazione. Negli enti di maggiori dimensioni si è soliti avviare una cabina di regia, che coordini i diversi referenti; negli enti più piccoli si istituisce un gruppo di lavoro multidisciplinare, a garanzia dei contenuti da inserire ed integrare.
In parallelo alla stesura del PIAO, va avviata l’interlocuzione con gli utenti esterni, detta valutazione partecipativa: si colgono i suggerimenti da parte dei cittadini e delle imprese, anche in forma aggregata (associazioni di categoria) e si implementano - ove possibile - dei piani di miglioramento.
Dopo aver varato il PIAO entro il 31 gennaio, può essere avviata la fase di monitoraggio: periodicamente vanno verificati gli obiettivi e le progettualità, rivedendo eventualmente tempistiche ed azioni con i collaboratori. L’attività di monitoraggio viene affidata al Responsabile Anticorruzione e all’Organismo Indipendente di Valutazione, che si occupa anche della validazione finale. Si garantisce così che un occhio esterno ed imparziale verifichi e confermi gli esiti della programmazione, i risultati dell’amministrazione nel suo complesso e gli esiti conseguiti dalle specifiche individualità.
Questa normativa propone dunque un nuovo strumento di comunicazione, disponibile per chi consulta dall’esterno contenuti, programmi, realizzazioni, ma anche per chi opera all’interno della struttura: si accompagna la risorsa umana in tutto il suo ciclo di vita nell’Amministrazione, dalla fase di selezione, alla formazione, all’assegnazione di obiettivi, alla mappatura dei processi, in un orizzonte guidato dal valore pubblico.
Un percorso evolutivo che una PA al passo con i tempi - niente affatto semplici - non può non perseguire.
Tratto da: Dentrocasa gennaio 2023