Quando qualche anno fa Michelle Obama, First Lady americana e moderna comunicatrice, iniziò a coltivare l’orto alla Casa Bianca, esplose l’ortomania. Quando affiancò a queste prime immagini una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica statunitense sul tema della vita salutare e dell’alimentazione controllata, ricca di frutta e verdura e lontana dal “junk food” sin dall’infanzia, in tutto il Mondo accelerò la tendenza “stile di vita sano”, proliferando formule e ricette diverse, che promettevano maggior benessere e migliore forma fisica.
I cuochi divenuti chef, i programmi televisivi risultati cult, i libri promossi bestseller: tutto ciò che parla di buona tavola e longevità sale agli onori della cronaca e fiorisce come nuovo business.
La coniugazione fra cibo e tecnologia è un attimo: entrambi settori esponenzialmente in crescita negli stessi anni, diventano un binomio quasi inscindibile.
Il volume d’affari stimato è pari a circa 140 miliardi di euro, con le diverse app a fare da padrone. Fra le più particolari, quella che supporta gli utenti nel personalizzare i pasti in rapporto all’attività e al supporto nutritivo, quella che raccoglie ed archivia le ricette enogastronomiche, quella dedicata ai viaggiatori alla scoperta di prodotti locali e tipici che possono consumare nelle case del posto, quella che consente di risparmiare tempo inoltrando l’ordinazione e trovando tutto pronto al proprio arrivo nel ristorante prescelto.
Gli esempi sono innumerevoli, e oramai in tutte le grandi città funzionano le consegne a domicilio, nelle diverse modalità e sfaccettature: è oramai scontata la ricerca di ristoranti e delle loro specialità (dall’etnico al vegano), ma l’evoluzione consente di ricevere oltre alle pietanze ordinate anche la lista degli ingredienti, i dettagli nutritivi con i relativi punteggi, è anche possibile richiedere la consegna di semilavorati, freschi e dosati, che possono essere realizzati in casa in meno di 30 minuti con il supporto di ricette gourmet. Si può inoltre girare l’Italia, in ottica culinaria, in meno di 48 ore: è il tempo per ricevere a Bolzano dei cannoli siciliani, o farsi recapitare in Sardegna i canederli trentini.
Opportunità di mercato sempre più ricche e promettenti, che amplificano prospettive anche nei canali tradizionali: fioriscono le scuole per talenti della cucina, crescono i negozi di specialità tipiche che offrono impieghi stimolanti, si sviluppa la filiera agroalimentare con focus sul biologico e sul prodotto di alta qualità.
Il settore primario e le sue derivazioni diventano dunque ambiti di moda anche per i più giovani, in grado di coniugare innovazione e competenze tecnologiche, pur abbracciando una tradizione fatta di ricette e segreti dei nostri nonni.
Tratto da: Dentrocasa giugno 2019