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Le neolaureate e il lavoro: «Meglio belle che madri, ai maschi ruoli più elevati»

Il 40% neppure la mette tra i desideri della propria vita, per il 33% potrebbe essere fra cinque anni, il 28% la ritiene possibile entro un decennio. Alla maternità le neolaureate dell'Università di Padova dedicano pochi e fuggevoli pensieri.
 
Tanto che per il 69% di loro tenere un bambino in braccio penalizza il posto e la carriera. Già dai primi passi nel mondo del lavoro, il 37%  confessa di aver percepito un'accoglienza diversa, e più diffidente, rispetto agli uomini: per il 34% la chiusura si riscontra prevalentemente nei ruoli più elevati.
 
La buona notizia è che la preparazione delle donne all'occupazione è sempre più considerata: è percepita positivamente per il 48%, e addirittura in crescita rispetto agli uomini per il 23%. Rimane uno zoccolo duro di irriducibili (20,1%) che ritiene, quasi per definizione, inferiore la preparazione di una donna. Meno esaltante il riferimento alla "bella presenza": solo il 12% delle intervistate va ad una parità di genere. Per il 79% l'essere di bell'aspetto conta ancora molto. Anzi, troppo. E' quanto emerge dal Rapporto sulle neolaureate degli ultimi 3  anni nell'Ateneo di Padova, confrontate con le colleghe dell'Università di Bari, realizzato con l'Osservatorio Professionale Donna.
 
L'indagine ha interessato 7.000 giovani neolaureate e conferma un contesto complessivamente problematico, e omogeneo da nord a sud, nell'inserimento delle giovani dottoresse in azienda. Anche se per l'80% (85 al nord) delle intervistate la donna è percepita con una preparazione o superiore agli uomini, il 71% (61% al nord) riscontra per le donne un ambiente aziendale più difficile, anche se il 33% nota che la situazione nell'insieme va migliorando.
 
Per la padovana Lisa Zanardo, coordinatrice dell'Osservatorio Professionale Donna, e curatrice del Report, «il quadro complessivo dimostra più occupazione a nord, ma più ottimismo a sud. Per le imprenditrici, la conferma della necessità di implementare misure di flessibilità oraria e incentivi economici per mamme lavoratrici».

Tratto da: Il Gazzettino del 20 dicembre 2016