L’autunno è alle porte ed è tempo di…cambio degli armadi! Fra buoni propositi di riorganizzazione degli spazi, eliminazione dei capi meno utilizzati, censimento di abbigliamento estivo, invernale o di mezza stagione, spuntano quantità di scarpe di cui non si ricorda nemmeno dove e quando sono state acquistate!
In un contesto di storica stagnazione di consumi delle famiglie, effettivamente le calzature di moda continuano nel loro sviluppo: nel 2017 il giro d’affari globale delle calzature sportive era pari a 64 miliardi di dollari e si stima un balzo sino a 95 miliardi di fatturato entro il 2025, con un tasso di crescita medio annuo del 5,1 percento.
Confindustria MODA, in occasione della fiera internazionale che si tiene a Milano due volte l’anno, dedica eventi speciali, fra musica e arte, proprio alle sneakers, che crescono a quantità (+3,6%) e a spesa (+2,1%). Il termine “sneakers” è entrato di recente nel linguaggio degli amanti della praticità e del comfort sportivo, ma proviene dall’inglese del 1500, con il significato di “muoversi silenziosamente”; nel 1800 entra nel vocabolario ufficiale del Regno Unito e, grazie alla moda, e ai social network, viene sdoganato in tutte le lingue del mondo, ad indicare le calzature più comode e versatili.
Un giovane milionario di Dubai presenta su Instagram, ove ha raggiunto 1,5 milioni di follower, la sua collezione che vale 1 milione di dollari e che conserva in teche di cristallo: una cantina di lusso ove le sneakers figurano in bella mostra. Gli eccessi quotidiani di Dubai rispecchiano comunque un mood globale, cavalcato anche dai brand del lusso: colpiscono i millennials con prodotti personalizzati e materiali sostenibili, con edizioni speciali e limitate dal gusto creativo.
Le start-up del settore stanno diventando aziende profittevoli e originali: dai modelli in lana merinos e fibra di eucalipto, dalle calzature hi-tech a quelle ecologiche con suola in canna da zucchero, spazio alla fantasia, non solo sugli scaffali fisici ma in gran parte navigando, consultando e acquistando su web. Queste piccole ed esplosive imprese nascono in modo quasi casuale: due neo-imprenditori, provenienti dal mondo della finanza, senza esperienza nel settore della moda, hanno osato ancora di più, realizzando un progetto tutto sostenibile: scarpe sportive in cotone biologico brasiliano e gomma pura estratto in Amazzonia. Una piccola realtà industriale che fattura già oltre 20 milioni di dollari, e che sta studiando un sistema di riciclo dei rifiuti dalla lavorazione di mais e plastica, utile a realizzare suole e tomaie dei modelli di prossima produzione.
Prodotti innovativi, ecologici, di moda e design che non attraggono solo i giovani ma anche i consumatori più maturi: prima destinati alla corsa o alla palestra, o al massimo all’weekend, sono stati sdoganati anche all’abbigliamento business, si abbinano dunque con il look sportivo ma anche con il fashion e il casual-chic. Una scelta di comodità, semplicità e lusso accessibile, dettata dalla curiosità e dall’esperienza, che in questo caso fanno rima con libertà.
Tratto da: Dentrocasa ottobre 2019