Pasqua, che passione

Antiche tradizioni pasquali: prelibatezze a tavola ed impulso al business
 
Il business italiano del periodo pasquale vale 8 miliardi di euro: prime in lista, per consumi, le Regioni Lombardia e Piemonte, seguite da Veneto, Campania e Lazio.
 
Il Codacons, l’associazione dei consumatori, stima la spesa di 1,1 miliardi di euro per il solo giorno di Pasqua, passata a tavola fra agnello, coniglio, salumi e svariate dolcezze.
 
I dolci tradizionali, la colomba e l’uovo di Pasqua, presentano un fatturato pari a 400 milioni di euro: nonostante gli orientamenti delle famiglie alla salute e al benessere, le colombe industriali (90 milioni di euro di giro d’affari) vincono su quelle artigianali (80 milioni di fatturato), e complessivamente si stimano 27 milioni di pezzi venduti; la produzione di uova di cioccolato si attesta invece a 31 milioni di pezzi, con prevalenza verso le confezioni regalo medio-grandi.
 
Ed è proprio la cioccolata l’elemento principe per questo business stagionale: le quotazioni di cacao oscillano, a livello internazionale, e si registrano rincari del 4% annuo da parte di tutti i produttori del settore dolciario italiano, che conta oltre 3 mila imprese e 5 mila addetti a Napoli, 1700 aziende a Roma, 1500 a Bari, 1200 a Torino e Salerno.
 
Il consumatore medio del nostro Paese è dunque disposto alla spesa per sostenere una tradizione che ha radici lontane nel tempo: in tutte le culture l’uovo simboleggiava la rinascita.
 
Le origini dell’uovo di cioccolata sono da ricondurre a Luigi XIV, il Re Sole che, a inizio Settecento, lo fece realizzare dal suo maestro chocolatier di corte e posizionare presso la propria reggia, per stupire i suoi nobili e cortigiani, cui era solito donare uova rivestite d’oro. Allora il cacao era poco diffuso, un lusso che potevano permettersi soltanto i regnanti europei.
 
L’usanza però è più antica: secondo le civiltà primitive, Terra e Cielo, unendosi, formavano proprio un uovo, simbolo della vita. Per gli Antichi Egizi rappresentava il fulcro dei quattro elementi, aria, acqua, terra, fuoco. Il Cristianesimo reinterpreta questa tradizione, alla luce delle nuove scritture, per manifestare la risurrezione. Nel Medioevo, in Germania, la gente comune distribuiva uova bollite, avvolte in foglie e fiori, utili a colorarle, mentre i più benestanti assaggiavano piccoli ovetti, non cavi, ma pieni di cioccolato amaro.
 
I nobili stimolarono le botteghe artigiane alla fabbricazione in argento, oro e platino; questa attività diventa una vera e propria arte nella Russia del XIX secolo, ove si realizzavano oggetti da regalo decorati e preziosissimi che, per la prima volta, contenevano una sorpresa altrettanto pregiata. 
 
La sorpresa nelle uova di cioccolato è stata dunque importata dall’Est Europa dai maestri piemontesi, arrivando oggi a sviluppare le nostre aziende, ad imbandire le nostre tavole e a rallegrare grandi e piccini.
 

Tratto da: Dentrocasa aprile 2020