Allarme materie prime

Nuovi equilibri internazionali, nuove sfide per i sistemi produttivi locali
 
Mentre un italiano su due è in vacanza, recuperando fiducia e relax dopo il lungo inverno di chiusure e restrizioni, le imprese private vivono una situazione al contempo di cauta euforia e di preoccupato allarme.
 
Oggetto del contendere sono le materie prime, il cui rialzo dei prezzi sta mettendo in crisi intere filiere ed il commercio internazionale, con inevitabili impatti sul cliente finale.
 
L’economia industriale, che qualcuno pensava avesse ormai ceduto il passo a quella digitale, si è dunque ripresa la scena e sono proprio i settori tradizionali a trainare la ripresa, acquistando in quantità materie prime tradizionali quali il grano, il rame, l’alluminio, il legname, l’acciaio, la plastica. Le ragioni degli aumenti sono diverse per ciascun materiale: a sostenere l’incremento di prezzo di legname e rame è il boom del settore immobiliare degli Stati Uniti, mentre il prezzo del litio e degli estratti rari cresce con la progressiva transizione green dell’economia.
 
La sovracapacità di Stati Uniti ed Unione Europea negli scorsi anni ha spinto ora le quotazioni dell’acciaio; quanto al grano, i raccolti di alcuni Paesi produttori, quali Brasile e Francia, sono stati deludenti, determinando la corsa al rialzo per le scarse quantità ora disponibili. I polimeri plastici registrano incrementi di prezzo per motivi analoghi: la catena di approvvigionamento è limitata, gli impianti di produzione statunitensi sono stati bloccati per mesi nella fase acuta della pandemia, e allo stesso tempo sono cresciuti i costi per i container.
 
Come far fronte ad aumenti a doppi a cifra di tutte le materie prime? Stiamo rapidamente scivolando dentro una bolla inflattiva? Queste ed altre sono le domande sul tavolo degli analisti finanziari e degli imprenditori della nostra Europa, che si interrogano su un big boom a rimbalzo cui non si assisteva da vent’anni: naturalmente il rincaro in produzione può essere solo in parte ribaltato sul prezzo al cliente e al consumatore finale, che, stante il momento di grande incertezza, seleziona accuratamente il paniere dei propri acquisti. La sfida è il contenimento puntuale di tutti i costi e di tutti gli sprechi dell’impresa, che un controllo di gestione strutturato e affinato nel tempo può monitorare tempestivamente. Il costo del lavoro può essere ottimizzato orientando i carichi di lavoro, i ruoli, le responsabilità; i costi commerciali beneficiano di questo nuovo corso che ha reso possibile parte della comunicazione con i partner strategici attraverso i mezzi digitali; i costi generali possono essere contenuti con logiche di produzione snella e azzeramento delle inefficienze, dalle aree logistiche agli uffici.
 
Non è più il tempo di chi ama partecipare, ma è il tempo solo di chi punta a vincere, nel riequilibrio delle logiche internazionali, che vedono i Paesi più sani, dal punto di vista della salute ma anche della tenuta del sistema produttivo e finanziario, favoriti nella corsa per la ripartenza, nella riconquista del consumatore e del posizionamento in quel suo paniere d’acquisto, ridimensionato dalla crisi.
 
Sfide e strategie globali ci aspettano, con una certezza: noi e il mondo siamo (irreversibilmente) cambiati.
 
 
 

Tratto da: Dentrocasa agosto 2021