A luglio 2020 l’Unione Europea ha approvato un programma denominato “Next generation EU”, noto in Italia come Recovery Fund o “Fondo per la ripresa”, una misura necessaria ed urgente.
Le drammatiche conseguenze sanitarie, sociali ed economiche della pandemia mondiale hanno costretto le istituzioni sovranazionali ad individuare e rilasciare nuovi strumenti di finanziamento delle iniziative di rilancio socio-economico nelle diverse Nazioni.
Lo stanziamento complessivo è di 750 miliardi di euro, da suddividere fra gli Stati membri dell’Unione: Italia e Spagna risultano tra i primi beneficiari di questa misura, che per il nostro Paese vale 209 miliardi di euro, parte sotto forma di prestito (127 miliardi), parte come sovvenzioni (82 miliardi).
Tale liquidità viene raccolta dall’emissione dei recovery bond, garantiti dal bilancio UE; per gli Stati membri la condivisione del rischio vale solo per il futuro, senza interferire con i debiti del passato.
I singoli Stati beneficeranno dunque di questi aiuti, in un orizzonte temporale che spazia dal 2021 al 2027, a fronte della presentazione di uno specifico piano di lavoro, chiamato in Italia “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” (PNRR).
Le principali tematiche, che la stessa Unione Europea indirizza e promuove, sono relative a:
- digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, con focus sulle piccole medie imprese, e sui servizi resi dalla Pubblica Amministrazione;
- salvaguardia dell’ambiente e transizione ecologica, tema caro soprattutto ai più giovani, e a cui potrebbe essere destinato oltre un terzo dei fondi disponibili;
- infrastrutture e mobilità sostenibile, anche a colmare il divario fra le aree e i territori, logisticamente distanti e differenziati
- istruzione e ricerca, ambito d’investimento in cui il nostro Paese è spesso fanalino di coda;
- salute e sanità, ultimo in lista ma priorità assoluta in questo particolare momento storico.
I fondi destinati al nostro Paese saranno quindi suddivisi fra le diverse Regioni, che meglio definiranno i progetti locali cui indirizzare i nuovi strumenti finanziari, comprendendone le opportunità, i limiti ed i vincoli.
E’ questa dunque una vera sfida, una corsa ad ostacoli e contro il tempo, che non ha solo risvolti in termini di gestione di una rilevante partita finanziaria in entrata, ma rappresenta la freccia scoccata verso il futuro.
Si parla infatti di nuove generazioni, perché solo uno sguardo lungimirante in avanti consente oggi di pianificare e sviluppare la crescita, a partire dal tessuto imprenditoriale ed occupazionale, provato dal perdurare dell’emergenza ma desideroso di rinascita.
Tratto da: Dentrocasa aprile 2021