Venezia, la più antica città del futuro

Snodo fra Oriente e Occidente: il futuro della Repubblica marinara, fra tradizione e modernità
 
La città sull’acqua, che fa sognare il mondo, ha già compiuto 1.600 anni. Secondo la tradizione, la nascita di Venezia risale al 25 marzo 421: tre consoli padovani giungono in laguna per trovare un luogo adatto a costituire un porto commerciale, e posano la prima pietra della chiesa di San Giacomo di Rialto.
 
Quelle valli in origine erano rifugi per sfuggire alle orde barbariche, in particolare gli Unni di Attila, che viaggiavano via terra e a cavallo. Diventano quindi luoghi dove abitare stabilmente: si costituisce un sistema di autogoverno, che consente al territorio progressiva autonomia dalle dominazioni e fiorente crescita grazie ai commerci e all’industria navale.
 
La vocazione commerciale si sviluppa tra il XIII e il XV secolo: Venezia diventa nodo strategico fra Oriente e Occidente. La Repubblica veneziana diventa autosufficiente anche nella produzione di grano e vino, garantendo stabilità e ricchezza agli abitanti, guidati dal Doge.
 
Oggi Venezia è l’ottava città italiana per PIL prodotto, con una produzione pari a 5,6 miliardi di euro: il 20% deriva dalla realtà portuale, incluse le attività di crociera e il transito di oltre 36 milioni di turisti (1 su 10 è italiano) che per il 40% soggiornano presso hotel e per il 60% presso bed and breakfast.
 
Il settore ricettivo pesa dunque per il 15% circa dell’economia veneziana, un altro 15% è dato dal commercio, un 12% circa proviene dal manifatturiero.
 
L’occupazione complessiva è pari a 112.000 addetti, di cui 1 su 3 è occupato nei settori del commercio e del turismo.
 
Unica sul piano dell’atmosfera e dell’attrattività, Venezia è oggettivamente molto complicata da vivere nella quotidianità. Ogni mese 180 abitanti migrano, motivando tale scelta: acqua alta, costi delle abitazioni troppo elevati sia in acquisto sia in fase di manutenzione, afflussi record di turisti, degrado e scarsità di barriere architettoniche. Per la prima volta nella storia i residenti del centro storico sono meno di 50 mila e il trend in calo non pare arrestarsi.
 
Nonostante il prestigio degli atenei, focalizzati su discipline economiche e design, la popolazione studentesca approccia in modo critico la città lagunare: il rapporto fra immatricolati e residenti è del 2,3%, sotto la media nazionale e distante dalle location universitarie europee e globali.
 
Sono in corso numerosi progetti di rilancio: entro 5 anni si prevede l’avvio di 100 corsi di studio, aumentando le strutture dedicato a ricerca, didattica e servizi, in grado di ospitare 30 mila giovani, penalizzati anche nella ricerca di alloggi dal remunerato fenomeno degli affitti brevi.
 
Mobilità e logistica rimangono obiettivamente complesse, e indubbiamente ambiti su cui investire.
 
Fondazione Venezia capitale mondiale della sostenibilità opera proprio a sostegno della fragilità ambientale e per la conservazione del patrimonio storico e culturale, nonché per invertire la rotta della crisi industriale e del declino dell’artigianato locale.
 
Le proposte di intervento sono effettivamente focalizzate su Venezia come “città campus”, stimolando l’offerta per il mondo universitario, e sulla transizione energetica e ambientale, promuovendo la circolarità e il riciclo, interventi di protezione dell’ecosistema lagunare, nonché l’utilizzo dell’idrogeno e di altre energie alternative. Fiscalità agevolata e servizi dedicati agli storici e ai nuovi residenti potrebbero supportare la comunità locale, insieme a un piano di tutela del decoro urbano, di contrasto delle attività illegali e di tutela degli antichi mestieri e del manufatto tradizionale di qualità, dal vetro artistico al merletto.
 
E’ dunque fondamentale lavorare per la splendida Venezia con programmi di lungo termine, non solo indirizzati alla gestione contingente del turismo post-Covid o all’affitto facile e fai da te.
 
Un patrimonio invidiato dal mondo intero non merita di sgretolarsi, giorno dopo giorno, ma di essere valorizzato con accuratezza e rispetto verso la sua storia gloriosa, i suoi scorci unici, i suoi progetti presenti e futuri. 
 
 
 
 
Tratto da: Dentrocasa febbraio 2024