Quanto ci costa la burocrazia?

“Se qualcosa può andar male, lo farà in triplice copia”  Arthur Bloch, Legge di Murphy sulle burocrazie
 
Assolombarda ha recentemente pubblicato uno studio, che stima il costo annuo dei 10 principali adempimenti a carico delle imprese: 108 mila euro per una piccola impresa e ben 710 mila euro per una media impresa.
 
I dettagli in termini di tempistiche appaiono quasi machiavellici: per un’azienda media, si tratta di 240 ore da dedicare alla gestione dei rifiuti, 160 ore per lo spesometro, 230 ore per la compilazione della certificazione unica, 480 ore per la tenuta dei libri paga. In sostanza, le ore annuali che un’azienda media deve dedicare alla burocrazia sono quasi 2mila ore, corrispondenti a 250 giornate lavorative; una impiegata aziendale deve essere dunque delegata per il 100% del suo tempo, tutto l’anno, per lo smaltimento di adempimenti obbligatori, che non portano a crescite di fatturati o a sviluppare l’impresa ma solo a drenare risorse, umane ed economiche. 
 
Alcune di queste scadenze potrebbero essere eliminate: alcune delle informazioni richieste sono doppiate, e potrebbero essere recuperate dai database pubblici, se solo questi fossero integrati fra loro. In sostanza, l’imprenditore deve comunicare uno stesso dato a più uffici della pubblica amministrazione, con notevole dispendio di tempo ed energie, solo perché i sistemi informatici dei diversi enti non comunicano.
 
La fatturazione elettronica, recentemente introdotta, dopo la fase iniziale di formazione e caricamento dati, potrebbe portare a semplificazioni in tema di dichiarazione iva, e si auspica possa semplificare anche le altre comunicazioni all’Agenzia delle Entrate, che, con questo sistema, può già conoscere in diretta i flussi attivi e passivi di tutte le partite iva italiane.
 
Il dato complessivo del costo della burocrazia è ad oggi davvero imponente: Censis ha calcolato un costo complessivo di 31 miliardi di euro annui, valore sostenuto dall’insieme di tutte le aziende italiane. Questo dato si può associare a quello rilasciato dalla Banca Mondiale, secondo la quale il nostro Paese è in coda alla classifica sul “fare impresa”: il nostro sistema amministrativo e burocratico è inserito al 118mo posto per opportunità di semplificazioni e facilitazioni.
 
Nonostante le grandi opportunità della rete, e della moderna telefonia, le reiterate richieste delle associazioni di categoria imprenditoriali e l’istituzione di agenzie focalizzate sulla semplificazione, il sistema è ancora decisamente complesso, ed ha consentito il fiorire di nuove professioni, dai legali che si occupano di adempimenti privacy, ai numerosi altri consulenti in ambito giuslavoristico ed in ambito fiscale. Si parla di 14 mila professionisti in Italia e di oltre 2 mila nella sola Lombardia, per un fatturato annuo sviluppato nel BelPaese pari a 4 miliardi di euro.
Un piccolo aspetto positivo della burocrazia imperante, che è riuscita a creare numerosi posti di lavoro qualificati, in azienda e negli studi professionali.

Tratto da: Dentrocasa maggio 2019