Imprenditore: le origini di questo termine sono misteriose; il suo significato indica colui che interpreta lo “spirito d’impresa”, istituzione destinata a generare benessere, innovando costantemente lo scenario economico ed il mercato in cui opera.
Tale parola è stata usata per la prima volta, nell’accezione francese, “entrepreneur”, da un economista e banchiere irlandese dalla vita avventurosa, Richard Castillon, che in un suo saggio afferma: l’imprenditore è colui che acquista risorse a prezzi certi (costi) per trasformarle e rivenderle a prezzi incerti (ricavi), con un elemento di “rischio” caratterizzante tali attività.
Dal ‘700 ad oggi l’impresa è diventata l’asse portante delle economie mature ed il motore dell’occupazione; “famiglia, impresa, campanile” è la trilogia che ha reso stabile e rigoglioso anche il BelPaese, con la figura centrale dell’imprenditore, padre-padrone nella comunità aziendale e sociale di appartenenza, dotato di libertà, flessibilità e, soprattutto, ricchezza e fortuna.
L’attuale congiuntura economica sta tuttavia rovesciando questa prospettiva: la maggior parte degli imprenditori moderni guadagna poco, lavora molto, e rischia di pagare in termini di felicità e salute il peso dello stress lavorativo.
I numeri non mentono: le start-up innovative crescono (+50%: 1.227 nel 2013, 2.716 nel 2014), ma senza il supporto di adeguati investimenti (+15% anno su anno); calano gli investimenti istituzionali da parte di soggetti pubblici e venture capital, aumentano i finanziamenti privati, soprattutto bancari, grazie al fondo di garanzia statale. ICT e Biotech sono i settori a maggiore intensità di investimento e a più elevato potenziale. Eppure otto imprenditori su 10 falliscono entro i primi 18 mesi di attività.
Quali sono dunque i segreti del 20% “che ce la fa”?
Chi si improvvisa imprenditore tende a pensare che avrà successo immediatamente, grazie ad una grande idea, un prodotto innovativo, un messaggio pubblicitario vincente.
Il vero imprenditore invece combatte ogni giorno dubbi e paure e, per sopravvivere, opera con tenacia, grinta e perseveranza. E’ focalizzato sulla lenta e precisa organizzazione ed esecuzione di idee e progetti. Il suo viaggio non è lo sprint ai 100 metri, ma la maratona.
E’ un ottimista, e la fiducia in se stesso abbraccia la relazione con i propri collaboratori; decidere è una costante dell’imprenditore di successo, che non procrastina e non rinuncia alla necessità di scegliere, spesso alla velocità della luce. Accetta i propri sbagli, con consapevolezza, è onesto con se stesso, sa chiedere aiuto nelle aree in cui è più debole.
Fra le sue doti vi è infine la concentrazione, difficile da raggiungere in tempi di web e social media, che ci bombardano con novità e notizie.
Il Nuovo Anno, ai suoi albori, potrebbe riservare al nostro sistema economico un impulso superiore alle aspettative…nuovi imprenditori, il 2015 vi aspetta!
Tratto da: Dentrocasa febbraio 2015