Milano, capitale d'Europa

Effetto Brexit: società finanziarie e colossi tecnologici volano da Londra al BelPaese.
 
Nonostante le incertezze del panorama politico, i costi di una burocrazia che si autoalimenta ed un deficit sempre più profondo del bilancio-Nazione, la nostra Milano si sta preparando a diventare capitale d’Europa, accogliendo in primis le società finanziarie esuli da Londra dopo la Brexit. L’isolamento davvero non paga e sta indebolendo il sistema inglese, da quello scolastico (un’istituzione come Oxford sta meditando lo spostamento del campus oltremanica per non perdere i fondi europei annualmente erogati) a quello finanziario.
 
Le società londinesi delle multinazionali, le cui transazioni sono calate del 26% negli ultimi mesi, stanno infatti già trasferendo parte dei dipendenti in altre città europee (Parigi, Francoforte e, appunto, Milano); Credit Suisse e Deustche Bank hanno avviato per prime il processo di migrazione dopo il 2016; JP Morgan sta cercando casa sempre nel centro milanese, e così la giapponese Nomura, il colosso finanziario- assicurativo che acquisì Lehman Brothers. Oltre alla piattaforma logistica (con i due principali aeroporti), anche l’infrastruttura finanziaria milanese è in netto sviluppo, con la Borsa Valori e la Società Monte titoli appartenenti al gruppo London Stock Exchange.
 
Allo stesso tempo è stato attivato un Comitato focalizzato sulla riduzione delle norme, in particolar modo su fisco e giustizia, applicate alle imprese da accogliere, ed ai loro manager, che potrebbero beneficiare per un quinquennio di sgravi fiscali sui loro elevati redditi. D’altra parte, si stimano ben 1.500 profili specializzati e di altissimo livello culturale in transito da Londra a Milano. Anche i colossi della tecnologia, quali Google, Facebook ed Apple, si stanno accingendo a percorrere questa strada. L’“ultima arrivata” è Amazon, ampliatasi a fine 2017 in due palazzi hi-tech, detti “I Gemelli”, 17.500 metri quadri tra giardini pensili e lounge come mensa.
 
I numeri dell’occupazione confermano questa tendenza; Milano è la prima città italiana ad uscire dalla crisi, con un tasso di occupazione (68,4%) superiore di quasi tre punti percentuali rispetto all’anno pre-crisi 2008: un valore a metà tra la media nazionale (57,2%) e le più agiate Regioni tedesche (78%). Expo 2015 ha dunque portato fortuna e visibilità al capoluogo lombardo, incrementando l’edilizia commerciale e la ricettività alberghiera e proiettando una nuova City appetibile anche per gli investitori stranieri. Rincorriamo, dunque, la “lepre milanese” elevando gli standard infrastrutturali e industriali delle nostre città di provincia e pensando, senza preclusioni e barriere, che siamo destinati a diventare sempre più cittadini del Mondo.

Tratto da: Dentrocasa maggio 2018