Luci di Natale

Prima e dopo, nuove abitudini e tendenze per il periodo più dolce e luminoso dell’Anno
 
Sono quasi 200 i Paesi nel Mondo nei quali non si festeggia il Natale: la tradizione cristiana di questa festa in realtà coinvolge però anche Paesi che non professano tale religione e non celebrano la natività di Gesù, ma si allineano ad alcune delle usanze del periodo.
 
Dallo scambio di doni all’accensione dell’albero, dalla convivialità familiare alla solennità del rito: le tradizioni si tramandano e si modificano, nei diversi territori.
 
In India sono presenti poche comunità cristiane, ma un mese prima del nostro Natale vi è la festa delle luci (Diwali): gli indiani la trascorrono fra piatti tipici, reciproci doni ed abiti nuovi.
 
In Giappone, dove vivono 89 milioni di shintoisti e meno di 2 milioni di cristiani, il giorno di Natale è dedicato comunque alla festa fra amici e allo shopping.
 
Così anche in Cina, dove tale giornata, dedicata all’amicizia, è priva di richiami religiosi.
 
In alcuni Paesi islamici, quali l’Arabia Saudita, la Somalia e il Pakistan, le celebrazioni natalizie sono proibite o illegali, mentre in Qatar e negli Emirati Arabi Uniti vince il consumismo, fra addobbi e centri commerciali affollati.
 
Nei Paesi esotici le ambientazioni sono diverse: a Cuba il 25 dicembre è stato proclamato giornata di svago, alle Bahamas il 26 dicembre e l’1 gennaio si svolgono colorate parate notturne, in Mongolia vengono appese decorazioni tipiche e coloratissime.
 
Anche il mondo cristiano è diviso: gli ortodossi festeggiano il 7 gennaio, il nostro calendario gregoriano non corrisponde infatti al calendario giuliano.
 
Il Natale, comunque lo si festeggi, rappresenta - in particolare per i Paesi Occidentali - una grande opportunità di business: le aziende propongono promozioni e offerte speciali, packaging e gadget a tema. Il periodo si amplia e già a fine ottobre vetrine decorate e musichette natalizie allietano le nostre città, fra vecchie e nuove scadenze per il consumatore: da Halloween al Black Friday, vi sono più “ricorrenze” di matrice americana, che in parte cannibalizzano le vendite storicamente concentrate nel periodo prenatalizio. Gli economisti definiscono questa dilatazione temporale “Christmas creep”, prolungamento del brivido del Natale.
 
Se negli Stati Uniti il 25% di tutti gli acquisti personali è concentrato nel periodo natalizio, il nostro settore della pasticceria conferma che addirittura il 40% del fatturato si realizza in quella fase dell’anno, con conseguente necessità di organizzare investimenti e maestranze per far fronte all’elevata stagionalità. Nell’evoluzione di usi, costumi e consumi, anche le tendenze degli italiani sono in mutamento: l’80% ai regali materiali preferisce ricevere esperienze, quali tour enogastronomici, serate a tema, viaggi e vacanze.
 
Le opportunità di lavoro, temporaneo, più eclettiche, spaziano dagli spalatori di neve agli impacchettatori di doni per centri commerciali ed associazioni di beneficenza, dagli aiutanti di Babbo Natale per animare lo shopping di grandi e piccini, alle guide per mostre e mercatini natalizi. Vi sono anche figure specializzate sulle recensioni di prodotti, hotel, addirittura canzoni a tema.
 
Una delle più celebri, “All I want for Christmas is you”, è la traccia più trasmessa su Spotify, e negli ultimi 25 anni ha reso alla cantante che la interpreta ben 60 milioni di dollari in royalties.
 
Dagli Stati Uniti arrivano sempre i trend più curiosi e innovativi, a cui ancora non avevamo pensato: spopolano infatti, dal 26 dicembre, app e servizi di “regifting”. Si tratta di piattaforme in cui è possibile inserire e vendere regali non graditi ma ancora intatti, di cui liberarsi in modo semplice e rapido.
 
Il 55% degli italiani ritiene opportuno dare nuove destinazioni – possibilmente realizzando un piccolo guadagno – ai doni poco graditi, impossibili da conservare in case sempre più piccole, dagli arredi sempre più minimal.
 
Dopo due mesi di panettoni e leccornie sugli scaffali del supermercato, di pacchetti dorati e pupazzetti rossi sulle vetrine, scatta dunque il periodo del riciclo doni: un Natale lungo lungo, che non finisce mai.
 
Occhio dunque al portafoglio, e naturalmente alla bilancia!
 
 
 
 
Tratto da: Dentrocasa dicembre 2024