Tutti i numeri della scuola

"L’apprendimento è un tesoro che seguirà il suo proprietario ovunque” proverbio cinese

 
Settembre, mese della ripartenza per quasi 8 milioni di studenti e per le loro famiglie, richiamate, dopo la pausa estiva, a destreggiarsi fra impegni lavorativi ed attività scolastiche. Sono oltre 8.500 le istituzioni statali (1.100 in Lombardia, 1.000 in Campania), articolate in 41.300 sedi: la scuola dell’infanzia rappresenta il 33% del totale, la primaria il 37%, la secondaria il 30%.
 
Il 9% degli studenti è di nazionalità straniera, e circa 720 mila sono i docenti impegnati nelle scuole di diverso ordine e grado. Negli ultimi 10 anni sono aumentati gli alunni, diminuite le classi, cresciuti gli studenti disabili e di conseguenza gli insegnanti di sostegno, quasi 110 mila. Alle scuole statali si sommano le paritarie, oltre 13.000 in Italia.
 
Recenti studi pubblicati dal MIUR (Ministero Istruzione Università Ricerca) presentano un totale spesa pubblica per la scuola pari a 59 milioni di euro; il “peso” dell’istruzione sulla spesa pubblica si avvicina al 48%. Si stima inoltre che per un giovane, dalla scuola materna alla laurea, lo Stato spenda circa 110 mila euro. Numeri davvero impressionanti, se si pensa che, concluso il percorso scolastico con la laurea, molti ragazzi italiani decidono di cercare fortuna (professionale) all’estero: negli anni ’90 erano in media 3 mila gli italiani qualificati che emigravano all’estero, oggi sono 25 mila a cercare valorizzazione e riconoscimento altrove; è questo un costosissimo “regalo” che il nostro Paese fa alle Nazioni oltreconfine.
 
I nostri programmi formativi, d’altra parte, sono più lunghi di circa 2 anni rispetto a quelli medi europei, e solo di recente hanno integrato lo studio precoce delle materie STEM (acronimo che sta per Science, Technology, Engineering and Mathematics), ad impatto positivo sulle competenze digitali degli studenti e sulla spendibilità di tali conoscenze nel mondo del lavoro, più propenso che mai ad indirizzare neo-diplomati e neo-laureati verso carriere scientifiche. Ad arginare, ma solo in parte, la “fuga dei cervelli”, sono le otto Università delle Regioni del Mezzogiorno che hanno disposto 42 milioni di euro per i dottorati di ricerca innovativi, promuovendo una formazione post-laurea in stretta sinergia con le imprese hi-tech.
 
Un in bocca al lupo, dunque, ai più piccoli studenti ed ai più brillanti universitari per il nuovo anno scolastico!

Tratto da: Dentrocasa settembre 2017