Turismo isolano

Piccoli giganti: le isole minori italiane trainano l’economia e rivalutano le tradizioni
 
In Italia sono presenti 30 isole considerate minori, distribuite in 36 Comuni ove risiedono circa 200 mila abitanti, ma le presenze turistiche arrivano a 20 milioni.
 
Occupano lo 0,3% del territorio nazionale e la popolazione è anch’essa pari allo 0,3% degli abitanti residenti sul territorio italiano.
 
Si tratta di isole che non hanno la connessione elettrica con il continente, la produzione di energia avviene sul territorio dell’isola.
 
Rappresentano una preziosa risorsa dal punto di vista culturale, paesaggistico, turistico ed economico per l’Italia e per il Mediterraneo; numerosi progetti di tutela e sviluppo economico riguardano queste aree, in gran parte protette nella zona terrestre e marina. Oggi le riserve marine sono 15, ma l’obiettivo è istituirne 49, per l’alto valore naturalistico e per l’integrità del patrimonio biologico.
 
Nell’attuale congiuntura economica, che presenta un alto tasso di disoccupazione concentrato nel Mezzogiorno d’Italia, le isole minori rappresentano il punto più avanzato in cui si concentrano turismo, cultura, ambiente, agricoltura tipica e di qualità.
 
Dalle Egadi alle Eolie, dalle Pelagie alle Tremiti, dall’Arcipelago Pontino alle Flegree, tante piccole perle disseminate nelle diverse Regioni italiane (7 per l’esattezza), con un forte tema legato alla logistica, ai servizi e alle infrastrutture essenziali, tutelando l’ecosistema.
 
Essenziale ragionare su un turismo sostenibile e possibilmente destagionalizzato, nel rispetto e mantenimento delle tradizioni e delle tipicità locali.
 
Assenti gli aeroporti, che invece sono il fulcro della logistica di altre isole minori europee (in primis quelle spagnole). E’ indispensabile puntare sulla portualità, sulla sicurezza degli approdi in tutti i mesi dell’anno, sulla mobilità a basso impatto ambientale per raggiungere e per vivere all’interno delle isole.
 
Approvvigionamento idrico e dei materiali, smaltimento dei rifiuti e delle acque reflue debbono trasformarsi da problemi ad opportunità, investendo in modo opportuno a livello nazionale e regionale con programmi e fondi dedicati.
 
Un’importante opzione è data dalle nuove e nuovissime tecnologie, che vanno ad ogni modo supportate da una rete pubblica informatica che consenta stabili collegamenti per gestire il telelavoro, connessioni web e telecomunicazioni.
 
Da non trascurare le attività specifiche legate ai territori: la viticoltura, che propone prodotti tipici noti nel mondo del gourmet (dall’Ischia Doc al Passito di Pantelleria), è una grande fonte di reddito, insieme alla pesca artigianale, tipica delle isole siciliane e sarde.
 
Il mondo dell’artigianato, che comprende manufatti artistici, abiti di fattura locale, gioielleria e oggettistica, è florido e di interesse soprattutto per il turista straniero, ammirato dalle bellezze di questi luoghi e dalla loro storia di dominazioni e tradizioni.
 
Non solo mare e sole, dunque, ma anche cultura, enogastronomia, sport, natura a 360 gradi: questo attrae, e dovrebbe attrarre capitali, investimenti, flussi turistici, evidenziando l’unicità di questi splendidi luoghi.
 
Da non dimenticare, però, che il visitatore accorto cerca servizi efficienti anche sul piano della sicurezza e della salute: lo spopolamento delle isole minori ed una visione forse un po’ miope delle istituzioni hanno portato ad una progressiva diminuzione ed impoverimento del tessuto sanitario locale, concentrando i presidi medici solo nei grossi centri. E’ dunque indispensabile studiare ed attuare una politica lungimirante anche in quest’ambito, rafforzando la sanità nelle isole nei periodi di maggiore afflusso e garantendo, in ogni caso, le funzioni fondamentali per gestire urgenze, casi cronici e natalità.
 
Le sfide, dunque, sono molteplici e vanno fatte tutte insieme, per strutturare un’offerta turistica all’altezza delle bellezze del paesaggio e delle tradizioni del luogo.
 
Non è semplice, ma è doveroso, oltre che interessante sul piano del business.
 
“Un tuffo dove l’acqua è più blu, niente di più” parafrasava una nota canzone degli anni 70…ma ora “qualcosa di più” è necessario avviarlo e implementarlo al più presto.
 
 
 
 
Tratto da: Dentrocasa agosto 2024