Arriva l'estate

Regole europee per le concessioni balneari: spazio alla concorrenza, nella tutela di ambiente, tradizioni e territorio
 
I mesi invernali sono stati costellati, negli ultimi anni, da tante preoccupazioni, su fronte sanitario ed economico, e recentemente anche sul piano degli equilibri internazionali.
 
Si auspica dunque l’avvicinarsi della stagione estiva, che per il BelPaese è particolarmente significativa in termini di business, oltre che rappresentare un periodo di benessere individuale.
 
Le coste italiane hanno uno sviluppo complessivo di 7.465 chilometri, il territorio è vasto, ricco di isole e piuttosto frastagliato. La Regione con il maggior percorso costiero è la Sardegna, con 1.849 km, seguita dalla Sicilia (1.500 km) e dalla Puglia (829 km). Ben 15 Regioni si affacciano sul mare, si escludono solo Piemonte, Lombardia, Valle D’Aosta, Trentino-Alto Adige e Umbria.
 
Alle spiagge più limpide viene assegnata la Bandiera Blu: nel 2021 sono state premiate 416 località, in 201 Comuni: domina la Liguria, con32 siti premiati, seguita dalla Campania, con 19 Bandiere Blu. 
 
I parametri di valutazione per ottenere il prestigioso riconoscimento sono la qualità delle acque di balneazione, il turismo sostenibile, la gestione dei rifiuti, la valorizzazione delle aree naturalistiche.
 
E’ tuttavia in corso una ridefinizione radicale delle concessioni demaniali marittime: nel 2006 la direttiva europea Bolkestein aveva stabilito che a tali attività economiche dovevano essere applicate le regole sulla concorrenza, ma nel nostro Paese si erano succedute numerose proroghe, ad oggi non più applicabili, pena una procedura di infrazione europea.
 
La nostra proposta istituzionale deve dunque allinearsi, entro il 1 gennaio 2024, ai principi di concorrenza e di “messa in gara” delle concessioni, cercando di individuare requisiti di ammissione che favoriscano la massima partecipazione di imprese anche di piccole dimensioni, e valorizzando, ove possibile, chi ha già investito ed ha maturato professionalità presso gli stabilimenti balneari.
 
Non si preclude l’accesso a nuovi potenziali operatori, ma si cerca di tutelare la piccola-media impresa che negli anni si è impegnata, beneficiando della concessione quale prevalente fonte di reddito per il proprio nucleo familiare.
 
Due criteri di rilievi prevederanno anche la continuità occupazionale del personale, impiegato nel sito, ed ovviamente la tutela del territorio e delle tradizioni locali, sportive e ricreative. Ogni eventuale intervento dovrà essere indirizzato al miglioramento della qualità e delle condizioni di servizio agli utenti, alla fruibilità da parte di soggetti con disabilità, con impatto minimo sul paesaggio, sull’ambiente e sull’ecosistema.
 
L’adeguata applicazione della norma prefigura dunque un maggior dinamismo concorrenziale che dovrebbe assicurare la sostenibilità e la valorizzazione della località balneare da un lato e, dall’altro, la qualità del servizio agli utenti.
 
Non ci resta che prepararci alla fatidica “prova costume”, con uno sguardo attento al servizio e alle nuove modalità di gestione delle coste italiane, invidiabile patrimonio del nostro Paese.
 
 
 

Tratto da: Dentrocasa maggio 2022