«La maternità ostacola la carriera»

Per il 58% delle laureate del Bo avere dei figli risulta penalizzante.
 
La loro preparazione è considerata ottima, spesso migliore di quella dei colleghi uomini. Ma le donne in azienda fanno ancora fatica ad entrare, a fare carriera e ad accedere a quelle tutele, come la maternità, che dovrebbero essere scontate.
 
Emerge dall’indagine dell’Osservatorio Professionale Donna, che ha accostato le esperienze delle ragazze appena uscite da una università del nord (Padova) ed una del sud (Bari), scoprendo che la risposta occupazionale e l’accoglienza nel contesto aziendale non sono molto diverse.
Il rapporto, che ha interessato 7mila neolaureate, conferma infatti un contesto complessivamente problematico, e omogeneo da nord a sud, nell’inserimento delle giovani nel mondo del lavoro.
Le competenze non sono messe in dubbio: a Padova, secondo l’85% delle intervistate, la donna è percepita con una preparazione pari o superiore a quelle degli uomini, a Bari l’80%. Ciononostante, accedere al posto di lavoro non è mai così facile: per circa l’80% delle intervistate, sia a Padova che a Bari, la bella presenza pesa molto, anzi troppo, nella scelta del candidato. E, anche una volta entrate, la maggior parte delle donne riscontra un ambiente aziendale più difficile: sia a Padova (61%) sia, a maggior ragione, a Bari (71%).
Ma è la maternità a rimanere il problema più grave: il 58% delle laureate del nord e il 69% delle colleghe del sud la considera «causa di meno carriera e più ostacoli».
 
Per Lisa Zanardo, coordinatrice dell’Osservatorio Professionale Donna e curatrice dei due report, «il quadro complessivo dimostra più occupazione a nord, ma più ottimismo a sud, dove però è più deciso il posticipo della maternità. Questi dati rappresentano una ulteriore conferma della necessità di implementare nelle aziende misure di flessibilità».

Tratto da: Il Mattino di Padova del 20 dicembre 2016