Nelle pigre passeggiate cittadine credo tutti possiate notare molte saracinesche oramai chiuse per ferie e, al contrario, insegne aperte da mattina presto a sera tardi: gelaterie artigianali individuali o punti vendita di brand affermati sono gli esercizi commerciali sempre più numerosi e fiorenti, e non solo nel periodo estivo.
Il gelato di qualità, con le sue varianti, rappresenta un mercato in forte crescita.
In Italia, primo mercato per produzione e consumo, operano 39mila gelaterie, che occupano 150 mila persone, il 10% in più rispetto a 2 anni fa. La produzione di impianti e attrezzature per gelaterie è proprio una nicchia tutta italiana che copre il 90% del mercato mondiale, con 15 imprese, 1.500 addetti; l’industria dei semilavorati ed ingredienti conta 80 imprese nel BelPaese e oltre 250 milioni di euro di fatturato.
Il segmento dell’artigianale spopola anche all’estero, ove si contano circa 100.000 gelaterie: il più elevato potenziale è negli Stati Uniti (1.100 gelaterie), in Giappone (1.200) e in Australia (200); in questi grandi Paesi la concorrenza è ancora ridotta e la tradizione del made in Italy resta un punto fermo, riconosciuto e riconoscibile.
I benefici che amplificano l’esperienza gustativa del nostro prodotto italiano sono la realizzazione fresca, quotidiana, la molteplicità di gusti, la riduzione dei grassi.
È un elemento oramai modaiolo: è stato infatti certificato il gelato vegano, senza ingredienti di origine animale e senza colesterolo, il gelato nutraceutico, ricco di frutta e verdura, progettato in collaborazione con l’Istituto Oncologico Europeo, il gelato prebiotico con fermenti vivi addormentati dal freddo, il gelato per diabetici, che include zuccheri alternativi a saccarosio, destrosio, glucosio, e quello per celiaci in versione gluten free.
Non mancano gli abbinamenti estrosi e innovativi, quali il gelato sushi con riso basmati e frutta a simulare i colori di salmone e tonno, il burger gelato con patatine fritte di crema pasticcera, il gelato ai pistilli di zafferano, alle olive, al baccalà (elementi delle più classiche tradizioni regionali) e quello associato al cake design sulle tavole degli chef stellati.
Un altro fiore all’occhiello della cultura culinaria italiana, che allieta i palati “a km zero” e quelli dagli occhi a mandorla, rallegra adulti e bambini, abbracciando mode, tendenze e autentica ricerca, dalla ristorazione di eccellenza allo street food.
Tratto da: Dentrocasa luglio 2017