Beachwear: un esplosivo segmento di mercato, in continua evoluzione

“Quel bikini ha fatto di me un successo” Ursula Andress

 
E come ogni anno siamo arrivati alla prova costume! Temuta ma agognata, l’estate ci porta sole, spiaggia, relax, indossando uno dei capi cult, il bikini. Ripercorriamone dunque la sua storia… Agli inizi dell’800 le donne si immergevano tra le onde con tanto di vestito e cappello, fino all’introduzione di mutandoni e corsetto alla Maria Antonietta.
 
I centimetri via via si accorciano e intorno al 1930 le signore indossano i primi costumi da bagno, più castigati che minimal. Il bikini prende il suo nome dall’esplosione atomica sull’omonimo atollo nell’arcipelago statunitense Marshall, e si realizza grazie ad un geniale disegnatore, Louis Reard. Nei decenni successivi la fantasia degli stilisti e delle aziende si può sbizzarrire: si passa dal trionfo delle grandi forme con i costumi per le pin-up anni ’50 all’esaltazione dello stile hawaiano, sgambato e divertente alla Baywatch.
 
Come il celebre telefilm, viene dagli USA anche il termine coniato per questo segmento di business: il beachwear cresce, nonostante la crisi, stagione (estiva) dopo stagione. Anche in Italia le performance sono buone, nonostante il più ampio mercato dei consumi di moda sia in netto stallo: nel 2016 i costumi da bagno nel nostro Paese rappresentano un fatturato di 720 milioni (+0,7% rispetto all’anno precedente), registrando i migliori risultati nel comparto calzetteria-intimo che chiude con un -0,4%. In particolare, migliorano le vendite dei prodotti femminili, calano quelle indirizzate al pubblico maschile, crescono gamma e fatturati degli articoli per i bambini.
 
Pur seguendo i trend modaioli, le consumatrici scelgono prodotti meno costosi rispetto al passato, e spesso attendono promozioni e saldi, orientandosi su brand colorati ed accessibili e trascurando le proposte più sofisticate. Si rileva inoltre, per il comparto calze-intimo-costumi, una buona spinta verso l’export (+7,5% nel 2016 vs il 2015), con dati decisamente positivi verso la Germania (+21%), Hong Kong (+38%), Giappone (+23%).
 
Il canale di vendita prediletto dai consumatori è quello delle catene monomarca, che assorbono il 38% del mercato. L’online è tuttavia il canale con le potenzialità più elevate (è pari al 6,2% del mercato) nonostante appaia fondamentale nel processo di acquisto la possibilità di provare questi indumenti. Godiamo dunque di questi giorni di vacanza, con l’outfit più allegro e disinvolto dell’anno!

Tratto da: Dentrocasa agosto 2017