Uno dei settori più maturi ma allo stesso tempo più soggetti a fluttuazioni e cambiamenti è senza dubbio quello bancario.
Le tendenze degli ultimi anni delineano il progressivo accorpamento dei piccoli Istituti in grandi Gruppi e la spinta alla digitalizzazione di tutti i servizi: di fatto si instaurano procedure più snelle, minimizzando i contatti fisici con la clientela. Si opera prevalentemente online, garantendo tempestività, trasparenza, efficienza, a scapito degli aspetti relazionali.
Nel 2022, a due anni dall’inizio della pandemia mondiale, i clienti evidenziano nuove esigenze, richiedendo di assicurare l’accesso al contante, il cui utilizzo è in rialzo in diversi Paesi, in una bolla di consumi, per scelta - pensiamo alle brillanti vacanze estive - o per necessità (rincari energetici, carburanti, manutenzioni). Questa esigenza si scontra con la diminuzione della presenza capillare degli sportelli sui territori, che penalizza soprattutto la popolazione anziana e meno informatizzata: in Italia quasi tremila Comuni sono rimasti senza filiali bancarie, con effetti negativi sui servizi disponibili. Alla ricerca di nuove modalità, le Banche tradizionali stanno dunque riprogettando l’architettura dei dispositivi self-service, per offrire funzionalità continuative (24 ore su 24, 7 giorni su 7) e semplificare l’integrazione fra le piattaforme digitali.
La sede fisica viene dunque quasi completamente sostituita dalla tecnologia e dall’automazione, fra riconoscimento biometrico, video banking e intelligenza artificiale, rendendo il servizio attrattivo e smart. Un elemento da non perdere è tuttavia la professionalità degli operatori, che continuano ad offrire consulenza da remoto per le operazioni più complesse.
Anche la Commissione Europea ha individuato quattro priorità per indirizzare le Banche nel completare il processo di digitalizzazione: affrontare la frammentazione del mercato dei servizi finanziari per lavorare in un’ottica di interoperabilità; garantire un quadro normativo agevolato, a livello comunitario, promuovendo un uso responsabile delle tecnologie; favorire la condivisione delle informazioni, creando uno spazio unico europeo di dati finanziari; armonizzare il quadro di vigilanza e controllo.
Quanto all’ultimo punto, un tema da presidiare è la cybersecurity: nel 2021 si sono registrati 126 attacchi informatici ai sistemi finanziari di grandi e medie imprese, con oltre 36 milioni di euro sottratti in modo illecito tramite frodi telematiche. I cyber attacchi a danno delle Banche e degli utenti si infiltrano attraverso reti Wi-fi non protette, e per difetti di manutenzione e aggiornamento dei sistemi: la vulnerabilità delle reti va dunque contrastata con investimenti in tecnologia e formazione, indirizzata ai dipendenti, nelle diverse funzioni.
La tradizionale Banca che eroga prestiti e mutui ha quindi definitivamente cambiato pelle, trasformandosi in un contraltare tecnologico di imprese e privati, che orientano risparmi e investimenti solo con un click. Il dialogo con il responsabile di filiale è sostituito da una app che, attraverso grafici e parametri, fornisce in tempo reale tutte, o quasi, le risposte. Una trasformazione impensabile solo un decennio fa, rapidamente realizzatasi e acuita dall’evento pandemico. La sfida consiste dunque nel coniugare la sostenibilità, elemento integrante delle strategie bancarie e della redditività di lungo periodo, con la ricerca e l’innovazione e la soddisfazione del cliente, che vede ancora nel sistema bancario un partner privilegiato e indispensabile dell’economia reale, delle imprese e delle famiglie, auspicando affidabilità e nuove certezze su cui poggiare progetti e futuro.
Tratto da: Dentrocasa ottobre 2022