Ho di recente partecipato al Convegno Nazionale Assocalzaturifici, associazione di categoria che afferisce a Confindustria, cui partecipano oltre 500 imprese italiane che operano nel settore della calzature, uno dei più apprezzati, visibili e rappresentativi del made in Italy sulla scena internazionale.
“L’artigiano digitale”, il titolo del Convegno, a racchiudere l’attitudine manifatturiera, legata alla tradizione e ala manualità del piccolo imprenditore italiano, e il necessario impulso alla modernità dei canali di comunicazione.
La fantasia dell’web ha superato ogni immaginazione: accanto al commercio su internet, affermato da anni e ricco di opportunità per il consumatore e per le aziende - pensiamo ai vari Zalando o Vente Privee, si stanno imponendo nuove vetrine alla moda, che instaurano un dialogo interattivo con una molteplicità di clienti. Il fenomeno dei “fashion blogger” è sempre più diffuso nel mondo digitale ed ha convinto anche i marchi di eccellenza: vi sono siti seguiti ogni giorno da milioni di contatti, attratti da una esperienza di acquisto (e preliminarmente di consiglio) innovativa.
Le stesse aziende spostano i loro investimenti pubblicitari dalla classica stampa cartacea all’universo social, ed i “blogger”, fino a ieri giovani sconosciuti, promuovono le vendite di un accessorio moda più dei testimonial noti per le loro performance sportive o artistiche.
I siti aziendali sono dunque vetrine che rimbalzano sui blog e sulle piattaforme pluriprodotto: un passaggio necessario che pone tutti gli articoli a confronto con la concorrenza in termini di look e prezzo, e li dispone per il filtro attento del consumatore. La piazza virtuale propone dunque tutti i prodotti alla moda, nelle loro diverse versioni, in un solo click.
Un modello che funziona ormai in tutti i Paesi, Cina compresa (il più noto sito per l’acquisto di calzature, JD, ha generato enormi profitti per i suoi ideatori dagli occhi a mandorla, pronti a seguire le tendenze del mondo occidentale), e che impone processi logistici strutturati e più passaggi per raggiungere il cliente e gestire la politica dei resi: l’ordine via web è senz’altro pratico per il consumatore, che ha diritto alla prova dell’accessorio e a chiederne l’eventuale cambio, ma mette a dura prova l’organizzazione aziendale, fra spedizioni, depositi, e tracking on line.
Personalmente (ma credo di interpretare il pensiero di molte lettrici) resta comunque sempre più affascinante, rispetto al mero vagare fra i motori di ricerca, il tradizionale “giro di shopping” tra le colorate vetrine – non virtuali – della mia città.
Tratto da: Dentrocasa febbraio 2016