La strana estate 2021 ha visto trionfare, oltre ogni prognostico o aspettativa, i blasonati calciatori agli Europei, i campioni dell’atletica, del nuoto e del ciclismo, e di tante discipline minori alle Olimpiadi.
E persino un sorridente tennista si è reso protagonista a Wimbledon.
Un’Italia azzoppata dal virus pandemico, che ha acuito le debolezze di un sistema Paese più burocratico che meritocratico, si è risollevata, non solo nel morale, grazie ai vecchi e nuovi volti di successo dello sport.
I grandi eventi sportivi hanno da sempre un’enorme valenza socio economica (in primis naturalmente per la Nazione ospitante), oltre ad interessare le sfere della salute, dell’istruzione, dell’inclusione sociale.
Le imprese italiane del settore sono ben 39mila, con un giro d’affari annuo complessivo di 17,5 miliardi di euro – pari all’industria dell’elettrodomestico – e 118 mila addetti.
Il prestigio di un Paese vittorioso nello sport cresce agli occhi del Mondo, premiando, parallelamente, i prodotti di eccellenza e promuovendo le esportazioni.
Si stima che la vittoria degli Azzurri agli Europei ci regali 12 miliardi di euro annui di PIL in più ed un’impennata dell’export vicina al 10%.
L’effetto fiducia sui consumi non si limita dunque al mercato domestico, ma è rilevante nei Paesi ove il made in Italy è più apprezzato.
L’equazione è chiara: un Paese affidabile e credibile, dagli standard qualitativi costanti nel tempo, seppur flessibili e personalizzati, è in grado di formare campioni in tutti gli ambiti, tanto nello sport, quanto nel business e nella cultura.
Lo hanno capito molto bene a Singapore, dove un atleta medaglia d’oro alle Olimpiadi percepisce un premio pari a 1 milione di dollari singaporiani (circa 600 mila euro).
Altri Paesi emergenti sono molto generosi: Kazakistan, Malesia, Indonesia, Thailandia, Hong Kong e Azerbaijan assegnano oltre 200mila euro agli olimpionici che raggiungono il gradino più alto del podio.
L’Italia riconosce 180mila euro a una medaglia d’oro, 90mila ad un argento, 60 mila per un bronzo, cifre soggette ad una tassazione vicina al 40%.
Al di là di tali numeri, per questi sportivi la ribalta si amplia immediatamente, coinvolgendo sponsor, media e collaborazioni con aziende top del segmento e dell’indotto.
Lo sport fa bene, dunque, a tutti i livelli: è un ottimo esercizio psico-fisico per le nuove generazioni, è sinonimo di tenacia, resistenza, sentire ed agire comune.
Non basta la performance individuale, è quella di squadra che emoziona e coinvolge.
Un grande insegnamento anche per il nostro tessuto imprenditoriale, che non ha il tempo di sognare, ma deve giocarsi in pochi centesimi di secondo e in pochi millimetri, vittorie e sconfitte, dinanzi al Mondo.
Tratto da: Dentrocasa ottobre 2021