Una breve vacanza, ed un repentino rientro alla quotidianità ed alla professione: questa la mia, la nostra estate, guastata dai timori verso l’imprevedibile.
Per chi, come me, ha fatto della pianificazione e controllo il proprio lavoro, è davvero difficile spiegare, accettare e risolvere il conflitto, sia quello fra uomini e popoli, sia quello fra le forze della natura. Eppure non si può che andare avanti, organizzando il presente ed il futuro con le consuete logiche, di managerialità e di buon senso.
“I dati da soli non parlano, solo le persone possono farlo”: mai come in questo particolare momento storico le imprese e gli imprenditori rispondono così alle difficoltà e agli eventi, attesi ed inattesi. Accanto al controllo di gestione, oramai un must quasi assodato e solo da perfezionare, le aziende chiedono a gran voce di riportare al centro dell’attenzione il “capitale umano” (accezione utilizzata, accantonata e ora nuovamente di moda).
Ho dato il via quest’anno a numerosi programmi di valutazione ed incenivazione del personale, corollario e completamento della misurazione degli indicatori di performance interni; una risorsa motivata, al posto giusto nell’organizzazione aziendale, adeguatamente coinvolta da una comunicazione trasparente e periodica da parte dei dirigenti, genera valore economico per l’impresa, accrescendo i fatturati e limando le inefficienze dei processi. Ricordando il grande Steve Jobs “Non ha senso assumere persone brillanti e poi dire loro cosa devono fare. Noi assumiamo persone brillanti così loro ci dicono cosa devono fare”.