In fase di selezione del personale, le aziende propongono agli “alti potenziali”, ovvero a profili di livello, una retribuzione, con componente fissa e incentivo variabile legato agli obiettivi, ed un insieme di benefit.
Negli ultimi anni tale pacchetto incentivante, delineato in particolare nelle multinazionali straniere, è diventato davvero ricco e innovativo, ed è molto apprezzato dai dipendenti. Ricordo, quando lavoravo in Ferrari a Maranello, l’opportunità di fruire gratuitamente della palestra aziendale, aperta fino a sera inoltrata, di beneficiare annualmente di un check-up medico completo, di poter accedere ad alloggi destinati ai dipendenti, ad affitto agevolato, e di partecipare a corsi di intrattenimento tematici (dal corso di cucina, a quello di scrittura, a quello di fotografia). Un corredo di spazi ricreativi ed attività ludiche utili ad alimentare il legame fra l’azienda dei bolidi rossi e il suo “capitale umano”, indirizzato così ad una maggior coesione e spirito di gruppo.
Un recente sondaggio sui dipendenti di 20 multinazionali rileva che per il 5-7% degli intervistati i benefit sono una variabile fondamentale nella fase di accettazione di una proposta di lavoro; per l’80% di loro l’assegnazione di un benefit è addirittura preferibile ad un aumento di stipendio, con particolare interesse verso le assicurazioni sanitarie, le vacanze premio, i piani pensionistici.
Fra gli incentivi più curiosi, quelli disposti dalla società Deloitte (oltre 240mila addetti nel Mondo), i cui dipendenti possono beneficiare di un mese di aspettativa senza compenso, in qualsiasi periodo e per qualsiasi ragione; Google garantisce al partner di un dipendente scomparso il 50% dello stipendio per 10 anni; la società di eventi Eventbrite offre ai propri lavoratori 60 dollari al mese da spendere in benessere, palestra, detox, massaggi; Facebook favorisce gli stagisti, concedendo abitazioni e servizio di trasporto casa-lavoro gratuiti.
Nel nostro Paese questi strumenti innovativi non sono così sviluppati. Sta nascendo infatti la professione del consulente che si occupa di “benessere organizzativo”, stimolando le proposte aziendali e incanalando le richieste dei dipendenti. Apposite agenzie si occupano dunque del rapporto con i fornitori dei benefit stessi (banche, assicurazioni, palestre) negoziando le migliori soluzioni.
Analoga attenzione dovrebbe giungere dalla normativa, sia sul fronte fiscale, confermando una strutturata detassazione dei premi di risultato, sia sul piano dell’attenzione alle aziende che favoriscono un buon clima per le proprie maestranze.
Tratto da: Dentrocasa aprile 2017