Anche i nonni fanno le valigie

Accoglienza, sgravi fiscali, risparmi e facilitazioni: sempre più gettonati i paradisi per la Terza Età.

 
In questa rubrica abbiamo più volte trattato la “fuga dei cervelli”, giovani laureati che scappano dal Paese dove sono nati, cresciuti e dove sono stati formati nell’arco di un ventennio per cercare fortuna professionale oltre confine. Ma vi è un altro esodo agli onori della cronaca, che è stato di recente oggetto di polemica e dunque di ampio dibattito sui media, per le dichiarazioni del Presidente della cassa Inps alla Camera: si tratta dei pensionati italiani all’estero, oltre 473 mila secondo le ultime stime.
 
Migrano in oltre 150 Paesi, ove devono soggiornare per oltre 6 mesi all’anno per conseguire i benefici nel prescelto “paradiso fiscale” e spesso anche climatico e naturale. Le motivazioni al trasferimento in età matura sono facilmente intuibili: in patria con l’assegno pensionistico, ottenuto dopo decenni di sacrifici lavorativi, molti anziani a stento sopravvivono.
 
Si cerca dunque una via di fuga, finché si è in tempo, al ritmo di oltre 5 mila trasferimenti all’anno. Alle Canarie, spagnole ma con regime fiscale agevolato, l’imposta sul reddito varia da un 12 ad un 22,8 percento, e l’aliquota IVA ordinaria è pari al 7 percento. Vi è un bonus per chi ha figli o coniuge a carico, vi sono sgravi per l’affitto della casa e la benzina costa solo 80 centesimi al litro.
 
Anche la burocrazia è meno opprimente: chi gode di una pensione minima non deve stilare la dichiarazione dei redditi. Il Portogallo offre ai pensionati europei l’esenzione fiscale totale per 10 anni. Grazie ad un accordo bilaterale, la Tunisia consente ai pensionati italiani, in particolare agli ex dipendenti pubblici, un’esenzione fiscale sull’80 percento dell’assegno; è inoltre prevista la copertura sanitaria totale. Il 30 percento degli esodi dei “diversamente giovani” è addirittura indirizzato fuori dai Paesi Europei, in America del Nord e Sudamerica.
 
In crescita anche il trasferimento in Oceania, Africa, America Centrale. In questo contesto vengono erogati all’estero trattamenti pensionistici per oltre 1 miliardo di euro all’anno: denaro che non viene utilizzato in Italia ma all’estero!
 
Al di là della polemica e delle facili strumentalizzazioni, va rilevato che il risultato netto di questo fenomeno è in ogni caso perdente per il sistema Paese, che si impoverisce, perdendo consumatori e consumi, e soprattutto rinunciando a parte del grande ammortizzatore sociale rappresentato dai nonni, ancor giovani e arzilli, che, anziché passeggiare con le carrozzine dei nipoti, sono indotti a preferire un volo low cost, un addebito mensile sostanzioso, un clima temperato tutto l’anno.

Tratto da: Dentrocasa ottobre 2017