Dimentichiamo i tempi del campione Gustav Thoeni, ed anche quelli del grande Alberto Tomba: lo sci di oggi è completamente diverso da quello di appena 20 anni fa. Anche in questo settore è infatti giunta in modo dirompente l’innovazione tecnologica, che ha trasformato i materiali utilizzati per sci, scarponi, caschetti, racchette ed ha introdotto l’hi-tech anche sulle piste innevate.
Il casco e i guanti Bluetooth consentono di interagire con il proprio smartphone e restare collegati anche in mezzo alle cime, le solette degli scarponi riscaldano le estremità inferiori quando la temperatura si fa più frizzante, le telecamere posizionate su tuta e maschere consentono di filmare boschi, discese, paesaggi.
In questo settore tecnologia e innovazione vanno di pari passo con la moda: l’informe tuta tecnica si è arricchita di lustrini e cinture che segnano, per quanto possibile, le forme femminili; è garantito l’abbinamento fra i capi e le attrezzature che si indossano, intimo incluso. Grazie a moda e tecnologia il business fiorisce e per gli appassionati della vacanza montana i costi lievitano: una coppia con un figlio spende mediamente 2.450 euro per 7 giorni sulla neve (comprensivi di soggiorno, ski pass, divertimen to serale e qualche acquisto), per un weekend questa cifra “scende” a 806 euro. I prezzi imposti al turista sono in crescita del 4% anno su anno.
Lo sci si è dunque trasformato da semplice sport a contatto con la natura ad una disciplina elitaria e di charme. Per questo motivo si stimano in aumento i frequentatori della montagna, ma non il numero di sciatori e di discese per singolo sciatore; il comprensorio più dinamico è quello dolomitico, che conta 150 impianti di risalita e 1.200 km di piste, con la possibilità per i grandi operatori di “fare rete”. Altrove il mercato è frammentato e difficilmente riesce ad investire e ad attrarre clientela straniera.
Nel complesso in Italia il turismo outdoor vale oltre 9 miliardi di euro, con una quota del 60% degli sport in montagna, fra i quali si registra il crescente impulso delle camminate d’inverno.
La soddisfazione degli operatori turistici è smorzata solo dai capricci metereologici, perché una stagione senza neve riduce inevitabilmente clienti e ricavi ed aumenta i costi di innevamento e di gestione di strutture semivuote. A chi dunque può dedicare un budget sostanzioso alla settimana bianca… auguriamo buon divertimento.
Tratto da: Dentrocasa gennaio 2018