Fra i prodotti più gettonati, nei primi mesi del 2020, vi sono le tinte per i capelli.
Il lockdown ha costretto le famiglie, e le signore in particolare, ad individuare modalità alternative per i servizi alla persona, per la cura ed il benessere: prima organizzati quasi esclusivamente da parrucchieri ed estetisti, poi gestiti tra le mura domestiche in modo autonomo.
Il periodico ritocco, peraltro, da tempo non è più appannaggio delle signore di mezza età, perché nel tempo tecnologia e tendenze moda hanno rovesciato il concetto della colorazione del capello, rendendolo accattivante ed interessante per un pubblico sempre più ampio, giovane, trasversale. Da qualche anno le ventenni, impazzite davanti al grigio platino, convivono con imprenditrici ed impiegate che in ufficio osano sfoggiare tinte rosa o viola.
Per comunicare la propria immagine e la propria creatività, un capello particolare, curato e colorato è dunque un must per tutte le età e le occasioni.
L’aggressività delle tinte artificiali ha peraltro lasciato spazio, negli ultimi tempi, a proposte di prodotti senza ammoniaca e senza sostanze chimiche, completamente naturali ma dai risultati ugualmente professionali. Il fatturato mondiale dei prodotti del settore beauty naturale è d’altra parte stimato intorno ai 15 miliardi di dollari, e la cura di sé e del proprio corpo non può prescindere dall’attenzione per i propri capelli.
La tendenza nel nostro Paese al mantenimento di una buona forma fisica, fra cibo salutare e prodotti per una bellezza eterna, si è dunque acuita nel periodo emergenziale. Non stupiscono dunque i numeri in netta crescita: nei mesi di marzo ed aprile le tinte senza ammoniaca presentavano aumenti del 300%, sia nel canale retail (supermercati) sia nelle vendite online, delineando il valore di un bene di prima necessità, prioritario e indifferibile soprattutto in un momento difficile.
I trend di settore confermano che circa il 20% di questi consumatori, che in quarantena hanno sperimentato la tinta casalinga, proseguiranno con questa modalità anche post emergenza: le variabili chiave saranno dunque la disponibilità a scaffale, in tutti i canali (dall’ipermercato all’erboristeria), la forza del marcio, nella sua percezione bio e naturale, l’immediatezza del messaggio promozionale e la visibilità del packaging.A fianco al tradizionale parrucchiere, dunque, che dopo il lockdown ha lavorato senza sosta per accontentare la propria clientela, rimarrà dunque una nicchia di mercato “fai da te” che le aziende produttrici potranno valorizzare, puntando sulla fruibilità del prodotto, sulla facilità di utilizzo, sugli accessori, sulla qualità e durata del trattamento casalingo.
La sperimentazione in emergenza può diventare domanda stabile, e il business del naturale, attuale e innovativo per definizione, non si farà trovare impreparato.
Tratto da: Dentrocasa luglio 2020